Per le
barche da crociera, dove l'equipaggio addetto alla manovra è per
definizione ridotto e poco competente, è stata a lungo privilegiata la
semplicità, dotandole solo di randa steccata facile da ridurre o da
ammainare e di genoa su rollafiocco. Spariti tangone e spinnaker, troppo
complicati; ripuliti ponte, pozzetto e tuga da ferramenta e manovre per
lasciar spazio a sedute, tavoli da pranzo e prendisole; via il trasto di
randa, confinato sulla tuga a metà boma.
Così
facendo, però, c'e rimasto ben poco del veliero e, vuoi perché il
vento è troppo leggero, vuoi perché ce l'hai sempre di prua, vuoi
perchè quando è forte il fiocco rollato non rende e abbatte la barca,
la crociera si risolve in grandi smotorate.
Ecco
allora rispuntare il bompresso per murare il gennaker facile da issare e
ammainare con la calza, ecco di nuovo lo strallo di trinchetta, fisso o
removibile, con garrocci o rollafiocco, che per la bolina con 20 nodi è
"la morte sua".
Eccoci di
nuovo al cutter, al "Pinguin".
Come nel 1936.